SERR: CHE BELLA IDEA! Nel Comune di Isola delle Femmine
Pubblicato il - Categorie: Isola delle Femmine
TROVI LA NOSTRA AZIONE SULLA PIATTAFORMA EUROPEA AL SEGUENTE LINK: https://ewwr.eu/actions/che-bella-idea/
CHE BELLA IDEA!
In cosa consiste l’azione?
Anche quest’anno abbiamo deciso di prendere parte alla Settimana Europea per la riduzione dei rifiuti (SERR) adottando un’azione consistente in un’efficace campagna di sensibilizzazione volta ad informare ed a formare i cittadini e gli studenti dell’impatto ambientale prodotto dal settore tessile.
Difatti, l’industria del tessile e dell’abbigliamento è tra le più inquinanti del nostro pianeta, insieme a quella alimentare, a quella dei trasporti e all’edilizia. L’elevato impatto ambientale interessa ogni fase del settore tessile: produzione, distribuzione e dopo uso (raccolta, cernita, riciclaggio e gestione dei rifiuti finali).
Per la produzione, infatti, l’industria tessile e abbigliamento ha un infelice primato: è la quarta categoria di maggiore pressione in termini di utilizzo di materie prime e acqua, oltre a generare 15-35 tonnellate di CO2 per ogni tonnellata di tessuto prodotto (a livello statistico la produzione di moda rappresenta attualmente circa il 10% delle emissioni di carbonio dell’intera umanità).
Inoltre, la distribuzione ha fortissimi impatti in termini di emissioni di gas serra a causa dei servizi di spedizione, incrementato dal fatto che, nonostante i corrieri vengano impiegati per distribuire diverse tipologie di prodotti, in questo settore si registra un maggiore numero dei c.d. “resi” con un impatto decisamente più alto rispetto a qualsiasi altro prodotto in commercio.
Per tali ragioni, l’Unione Europea ha adottato il 30 marzo 2022 la “Strategia dell’UE per prodotti tessili sostenibili e circolari”, con l’obiettivo di dar vita ad un settore più verde e competitivo, capace di resistere meglio alle crisi globali.
AGESP SPA desidera promuovere all’interno della “Settimana Europea della Riduzione dei Rifiuti” un’azione di sensibilizzazione e riflessione mediante l’affissione nei locali pubblici e nelle scuole di un “manifesto” contenente indicazioni e spunti su come riutilizzare e, in ultimo, riciclare i tessuti.
Il contenuto è estremamente intuitivo e rivolto a tutte le età -infatti riprende lo stile del fumetto- e narra di un ragazzino che essendo cresciuto non può più indossare il suo maglione preferito, così lo dona alla sorella.
La bambina, che utilizzerà il maglione, crescerà anche lei, così il maglione potrà essere donato ad altri e così via. Una volta usurato, un adulto si rivolge ad una sarta affinché possa riciclare il maglioncino e farlo diventare una sciarpa. In questa storiella vengono messi in evidenza le buone pratiche del RIUSO e del RICICLO. Mentre, la RIDUZIONE della produzione dei rifiuti è indirettamente correlata, poiché l’acquisto di un prodotto di buona qualità ne consente il riuso e solo in ultimo il riciclo.
Quindi, nel nostro piccolo cosa possiamo fare?
Innanzitutto non cedere al fascino della c.d. “fast fashion” (moda veloce) prediligendo prodotti tessili più resistenti che abbiano le caratteristiche di resistere ad una stagione, in modo da poter essere utilizzati anche l’anno successivo.
Tuttavia, spesso gli abiti di buona qualità hanno un prezzo notevolmente superiore rispetto agli indumenti acquistati presso marchi di abbigliamento con produzione c.d. “all’ingrosso” ciò induce le persone a preferire quest’ultimi poiché più economici e con maggiore possibilità di rinnovo del guardaroba tra una stagione e l’altra.
E allora come si fa a non cedere alla fast fashion?
Fortunatamente la tecnologia ci viene in soccorso anche in queste occasioni. Negli ultimi anni è nata una moltitudine di negozietti dell’usato virtuali, che consentono alle persone di poter vendere i propri capi di abbigliamento usati, ma non usurati, così da riceverne un corrispettivo che può essere utilizzato per l’acquisto di altri capi. In questo modo le persone sono più motivate nell’acquistare capi con tessuti migliori a prezzi leggermente superiori, poiché viene prospettata la possibilità di rivendere gli stessi indumenti, recuperando parte “dell’investimento”.
Fare del bene all’ambiente e impegno nel sociale
Un altro modo per offrire una seconda vita agli indumenti è senz’altro quello di donarli presso parrocchie o associazioni di volontariato così da assicurare a chi è meno fortunato la possibilità di disporre di abiti e prodotti tessili ancora in buone condizioni.
Centri del Riuso
I centri per il riuso sono spazi comunali attrezzati dove ognuno può consegnare quello che non serve più e che può essere utile ad altri, allungando così il ciclo di vita dei propri beni, con vantaggi per l’economia e per l’ambiente. I centri del riuso hanno finalità sia ambientali che sociali: da un lato, concorrono a ridurre la produzione di rifiuti favorendo il riuso e prolungando il ciclo di vita dei materiali e dei beni, dall’altro offrono un sostegno alle fasce sensibili della popolazione rendendo disponibili beni usati e creano opportunità di lavoro per persone disoccupate, disabili o svantaggiate.
Se presenti nel Comune di appartenenza, l’invito è di prediligerne l’utilizzo rispetto al conferimento, come rifiuti, degli indumenti e dei prodotti tessili.
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In conclusione, ognuno dovrà fare la sua parte: i produttori ed i distributori dei prodotti tessili e degli indumenti dovranno attenersi alle nuove linee guida dell’Unione Europea; i cittadini, invece, sono chiamati ad effettuare acquisti più consapevoli e ad una maggiore riflessione circa l’impatto ambientale di tale settore.
Solo con l’impegno di tutti è possibile raggiungere i risultati sperati!